39 - Vespasiano ad Alfonso Strozzi. [Firenze], 8 ottobre 1493

Vespasiano Alphonso Stroza salute.

Bemché per el tempo passato non t'habbia scripto, nientedimeno non ho dimenticato li beneficij riceputi dalla felice memoria di Philippo tuo padre, al quale io sono assai obbligato, et a te come a sua degna hereda. Non ho vogliuto incorrere nello errore incorrono molti: di non riconoscere li beneficij riceputi. Hora avendo io, come credo che tu sappi, mandato a Philippo tuo padre le Vite overo commentario d'alcuni huomini degni ha havuto la Casa vostra, non inferriore a niuna altra Casa di Firenze per tanti singulari uomini quanto l'ha havuta; havendo io mandato le Vite di quelli de Casa vostra, come è decto, a Philippo tuo padre, m'è paruto come che tu sia degna hereda debbi partecipare di queste mia vigilie facte con tanta faticha.

Havendo io facto alcune Vite d'huomini singulari, n'ho preso alcune d'huomini che sono stati in questa età in grandissimo stato et conditioni appresso di più principi: le quali vite sono d'huomini notissimi et amicissimi della buona memoria di Philippo tuo padre; et conoscerai per quelle quanto la fortuna sia stata varia nelle vite loro, così nella prosperità come nell'adversità. Sarrà, la prima, la vita di miser Antoniello d'Aversa, el quale fo ne' tuoi dì in grandissimo stato, di poi la fortuna gli si volse, come tu vedesti, di natura ch'egli è e sarà exemplo a tutto il mondo. L'altra vita si è di Miser Mattheo Malferrita, el qual fu assai extimato dal Re Alphonso. Sarrà l'altra la vita di miser Antonio Cicinello, che fo sì disposto gentilhuomo quanto habbia havuto el reame di Napoli, et fu assai noto a Philippo tuo padre et hebbelo in grandissima reverentia. Saravvi ancora per exemplo della varia fortuna dua vite di dua singulari huomini, che l'uno governò longho tempo el reame d'Inghilterra, l'altro governò el reame di Spagnia anni quaranta o più: quello d'Inghilterra fu Meser Giovanni Duca d'Ulsestri, l'altro fu l'Alvaro di Luna, di natione catellana. Et èvi la vita del Conte Camerlingho, chiamato Meser Inicho de Davalos, nato di Casa reale, quale fu di disposti gentilhuomini havessi el reame di Napoli et notissimo fu a Philippo tuo padre.

Et perché come era noto a Philippo et a tutti quelli si trovorono in quel tempo che la Maestà del Re ruppe el Duca Giovanni a Troia, donde ni sequitòe d'acquistare lui el regno liberamente - et perché in questo facto d'arme vi fu Capitano el Signor Alesandro Sforza, mi è paruto di mettere la vita sua in questo ultimo dove si narra tutto quello facto dell'arme, che fu dignissima cosa: et conobessi in questo facto d'arme et la prudentia della Maestà del Re in pigliare el partito preso, et la peritia grande della disciplina militare del signor Alesandro. Tutte le cose sono scripte in le Vite decte di sopra l'ho avute parte dalle proprie persone, et l'altre da huomini dignissimi di fede.

Non ho potuto in altro dimostrarti l'affectione mia inverso di te, che mandarti queste Vite et fare quanto io posso che tu sia immortale con la memoria delle lettere. Benché in me non sia elloquentia si converrebbe ad una tanta degna opera, nientedimeno niuno non può dare se non quello ha. Io adunque non t'ho potuto dare altro se non questi brievi commentari di Vite, come tu vedrai, che già sono trascripte et in bievi dì le farò finire del tutto et mandaròtelle: le quale tu terrai in memoria dell'amicitia ho tenuta con Philippo tuo padre et del simile in te, come è decto, suo degno hereda.

Vale.

Die 8 octobris 1493.

[a tergo]

1493. Da Firenze. Die 8 ottobre [...].

Nobilissimo Viro Alfonso di Philippo Strozi, maiori suo honorando.

Lettera 39

Originale, non autografa.

"Alphonso Stroza"

Alfonso Strozzi, figlio di Filippo Strozzi e di Fiammetta Adimari, nacque a Napoli (dove allora si trovava il padre) il 13 dicembre 1467 e fu così chiamato in omaggio ad Alfonso, duca di Calabria (per via dell'amicizia di Filippo con la famiglia aragonese). Venne a Firenze nel 1476, quando il padre ottenne dal Magnifico la revoca dell'esilio. Nutrì sempre un odio profondo per i Medici, memore delle ingiuste persecuzioni patite dagli avi. Cacciati i Medici nel 1527, fu subito dei Dieci di Libertà, ufficio che esercitò anche nel 1530, quando fu confinato dalla città. Nel 1533 fu esiliato a Vico Pisano, dove morì l'anno successivo. Cfr. Cagni, Vespasiano, p. 172, n. 1

"Philippo"

Filippo Strozzi, padre di Alfonso. Cfr. anche lettera 23.

"Vite" ... "Vite d'huomini singulari"

Si tratta di un manoscritto delle Vite dello stesso Vespasiano. La descrizione che fornisce l'autore non corrisponde però a nessuno degli esemplari descritti dal Greco nella sua edizione.

"Antoniello d'Aversa"

Nelle Vite manca il profilo di Antonello Petrucci d'Aversa, segretario di re Ferdinando I. Cfr. lettere 27, 28 e 29

"Mattheo Malferrita"

Matteo Malferito fu segretario di Alfonso d'Aragona e per lui svolse importanti missioni diplomatiche (di lui Vespasiano ha tracciato il profilo nelle Vite, p. 413 [I, 443]).

"Re Alfonso"

Alfonso II d'Aragona (cfr. lettera 30).

"Antonio Cicinello"

Antonio Cincinello, napoletano, diplomatico al servizio di Ferrante d'Aragona, morì ucciso nel 1485 (di lui Vespasiano ha tracciato il profilo nelle Vite, p. 659 [II, 101]).

"Giovanni Duca d'Ulsestri"

Giovanni Tiptof, conte di Worchester. Trascorse parte della sua vita in Italia, dove si dedicò agli studi; a Ferrara conobbe Ludovico Carbone, a Firenze commissionò vari codici per la sua biblioteca e studiò il greco sotto la guida dell'Argiropulo. Al ritorno in Inghilterra partecipò attivamente alla vita politica e nel 1470 fu condannato a morte e giustiziato (di lui Vespasiano ha tracciato il profilo nelle Vite, p. 389 [I, 417]).

"Alvaro di Luna"

Alvaro de Luna ereditò lo stato di Castiglia dal padre. Fu uomo valoroso e combattente; morì decapitato: chiaro esempio della mutevolezza della sorte (di lui Vespasiano ha tracciato il profilo nelle Vite, p. 402 [I, 431]).

"Conte Camerlingho" ... "Inicho de Davalos"

Iñigo d'Avalos (scfr. lettera 22).

"Re ruppe el Duca Giovanni a Troia"

Re Ferdinando I sconfisse Giovanni d'Angiò (cfr. lettera 22 e lettera 24) a Troia nel 1462, grazie alle truppe capeggiate da Alessandro Sforza.

"Alesandro Sforza"

Alessandro Sforza, signore di Pesaro, capitano delle milizie aragonesi (cfr. lettera 31).