23 - Jacopo Acciaiuoli a Vespasiano. Accampamento aragonese, 2 giugno 1463
Jacopo Acciaiuoli a Vespasiano salute.
Optime Vir et amice carissime, scripsiti ne' giorni passati, et al presente quanto ti possa dire delle cose di qua è questo. Trovasi qui in campo col Re il Conte Orso, il nipote del Papa Giovanni Bonconte, et infra due dì ci s'attende il Signor Roberto et il Conte di Fondi. Hieri levammo campo et venimmo qui ad Arnone, et domani passeremo Vulturno et saremo nel terreno del Principe di Rossano. Il Signore Alexandro die' il guasto a Nocera et cosi ci pensiamo oggi l'abbi dato a Sansovieri, optima cosa per noi, et il Duca Primogenito se n'è ito in Calavria. Non altro. Alla giornata arai mie lettere.
Raccomanderà<i>mi a Piero se è tornato da Roma; et così a Donato, il quale intendo essere de' nostri Magnifici. Anchora ti priegho mi raccomandi a messer Giovanni Argiropolo et a tutta l'Accademia.
Vespasiano mio, non credessi che alchuno tuo facto potessi mettere in oblivione, imperoché non è mia natura et con teco arei il torto. Ma sappi che di questi trentasei giorni che sono di qua, vix ne sono stato uno non habbi mutato luogho. Ma tanto habbi per certo che tutto quello desideri et anchora più harà presto ricapito et con honor di te, in modo che non cederai alla ostentatione d'alchuno angioino, et conoscerai l'amore et la diligentia mia in verso di te.
Datum ex Regijs Castris apud Arnonem, die 2 junij 1463.
Post scriptam. Il Signore Segretario Primo apresso della Maestà del Re, come intenderai per questa sua interchiusa, vorrebbe uno Plinio. Preghoti usi quella diligentia quale merita tale huomo. Et per Filippo Strozzi ti sarà costi rimessi e denari, ma non vorrebbe passare e 60 ducati, et a Filippo ho scripto a Napoli che con questa ti mandi una sua per lo facto del denaro.
Ne' dì passati ricev<e>i la tua de' 29 d'aprile et oggi ho questa de' dua del passato. Intendo quanto di' del cianciare che fanno certi huomini non vo' dire come facti. Ma di loro si sentirà parole, et di noi spero in Dio facti assai. Vespasiano mio, qui è uno caldo che mi fa ricordare del frescho è in Sancta Liberata, et chosi de' bruschi imbottai nella volta mia. Et ricordomi di più d'una cosa. Tamen mi tengho contento, et forsitan hec olim meminisse iuvabit.
Non altro. Come punto ci posassimo, chosì farei spacciare il facto tuo, che invero stando a chavallo ad simil cosa non si può dare ricapito. Ma sarai contento a doppio, forse più che non aspecti: che hai procuratore ad corte al quale è prestato fede. Bene vale.