37 - Vespasiano ad Alfonso d'Aragona. Firenze, 19 settembre 1481

Illustrissime Princeps et Excellentissime Domine, post humilem recomendationem premissam etc.

Io non ho scripto alla Signioria Vostra già è più tempo, solo vedendovi in tante occupationi della spugnation di Otranto. Hora poi è piaciuto al clementissimo Idio d'havervi data tanta victoria, si può dire questa victoria non solo essere della Maestà del Re et della Signioria Vostra, ma di tutti i Christiani, ché l'offesa era universale e non particolare: però tutti i Christiani se ne doverebbono rallegrare di tanto beneficio ricevuto. In questa città non si poteva fare magiore allegreza che s'è fatta universalmente per tutta la città con suoni et lumi et processioni al clementissimo Idio di tanto beneficio ricevuto. Et tanto più si stima questo caso, quanto egli è giudicio universale di tutti gli intendenti che non solo al tempo de' moderni, ma degli antichi, non fusse fatta mai la più degna difesa di questa, né la più potente offesa. Perché se la Signioria Vostra considera qual fu l'offesa di Numantia et qual fu la difesa loro, dove i Romani stettono tanto tempo a campo, non v'era bombarde né spingarde né scopette né molte spetie di strumenti bellici che furono in cotesta città, et Numantia non l'acquistorono se non quando quegli della terra vollono. El simile si può dire di Sagunto, due espugnationi sì famose. Né i Greci mai ne hebbeno igniuna simile a questa, perché vedete Alexandro Magno, secondo che scrive Quinto Curtio, che trovandosi a campo a una terra, si gittò delle mura nella terra propria dove non era ripari né cosa alcuna. Come si vede delli moderni de' tempi nostri, el Duca Francesco andò a campo a Gradara con potentissimo exercito, et dopo più mesi che vi stette se ne levò con vergogna, et non l'acquistò; et non fu difeso nella forma che è stato difeso Otranto. Potrebbesi dire di Verona quando il Duca Filippo l'acquistò et che Nicolò Piccino vi entrò dentro, che lo fe' senza alcuna dfficultà, dove non fu ferito né morto persona.

Vennevi poi il Duca Francesco, et non havendo Duca Filippo mandato soccorso a Nicolò Piccino, disperandosi et lui et quelli della terra, misono dentro el Duca Francesco, et senza cavare spada di guaina la raquistò. Ecci l'acquisto di Brescia fatto pel Conte Carimignola: dopo lunghissimo assedio l'acquistò, ma non con tanta difficultà quanto ha acquistato la Signioria Vostra Andò il Duca Francesco a campo a Milano, dove era uno governo senza ordine igniuno, et ivi stette più tempo; dipoi nel tempo che lui era in tutto disperato, et non gli parea poterlo acquistare et diterminava levarsi da campo, trovandosi in grandissimo disordine di danari et de ogni cosa et di questo n'haveva scripto lettere qui in Firenze, le quali ci sono i Melanesi di poi senza governo et senza ordine igniuno, per la superbia de' Venetiani che non vollono pigliare delle terre di Lombardia con le conditioni l'haveva el Duca Filippo, disperatisi i Melanesi perché i Venetiani gli havevano abandonati et non gli provedeano né di vettovaglia né di nulla, et eravi la fame grandissima; et tutto facevano questo i Venetiani, credendosi havergli condotti in luogo che fossino necessitati a darsi loro, et egli v'errorono, perché come disperati, quando el Duca Francesco era in tutto disperato della speranza d'haverla, lo chiamorno dentro et sì gliel dettono. Siché questa terra l'hebbe senza difficultà alcuna.

Se sarà chi scriva questa expugnatione nel modo che ella è stata, et la difficultà è suto acquistarla, et la difesa ha fatta la Signioria Vostra et l'offesa de' nimici, et sarà scripta nel modo proprio che l'è, non sara inferiore né a' fatti degli antichi, né a que' de' moderni, facendo comparatione di questa a' fatti loro, come è detto.

Resta la Signioria Vostra in grandisima gloria et riputatione, oltra al bene universale ne seguirà, perché si può dire questo essere fatto proprio per virtù et prudentia della Signioria Vostra, che non havete perdonato né a fatiche né a disagi, et mettere la persona vostra più volte a pericolo della propria vita. Io, come servidore della Signioria Vostra, questo medesimo ch'io ho scritto, l'ho detto et dirò in più luoghi; et come servidore di Vostra Illustrissima Signioria me ne sono tanto rallegrato, quanto di cosa habbi udita già lunghissimo tempo; et così credo habbino facto tutti i vostri servidori, per l'honore et reputatione ne segue alla Signioria Vostra, alla quale quanto più posso mi racomando.

In Firenze, adì 19 di settembre 1481.

Vestre Illustrissime Dominationis Servus Vespasiano di Filippo

[a tergo]

Illustrissimo et Excellentissimo Domino, Domino Alfonso Primogenito et Illustrissimo Duci Calabrie, maiori suo singularissimo.

Lettera 37

L'archivio aragonese fu distrutto dai Tedeschi nel 1943. Il testo è quindi desunto dal Cagni con le normalizzazioni previste nella presente edizione.

"Principe" ... "Domine" ... "Signioria Vostra" ... "Alfonso Primogenito" ... "Duci Calabrie"

Alfonso d'Aragona, duca di Calabria. Cfr. lettera 30.

"spugnation di Otranto"

Vespasiano ha scritto un trattatello sull'espugnazione di Otranto: Lamento d'Italia per la presa d'Otranto fatta dai Turchi nel 1480. Forse in onore degli aragonesi. Otranto, caduta infatti nelle mani dei Turchi il 13 agosto 1480, fu recuperata dalle truppe aragonesi il 10 settembre 1481.

"Re"

Ferdinando I d'Aragona, padre di Alfonso (cfr. lettera 27, lettera 28 e lettera 29).

"Verona ... Duca Filippo"

Filippo Maria Visconti, in guerra con Venezia, occupò, per pochi giorni, Verona grazie a Niccolò Piccinino (1439).

"Nicolò Piccino ... Duca Francesco"

Niccolò Piccinino combattè per Milano contro Francesco Sforza, in difesa di Venezia. Fu artefice del breve recupero di Verona che venne però riconquistata dallo Sforza.

"Brescia ... Conte Carimignola"

Venezia dichiara guerra a Milano. Brescia lascia entrare in città le truppe veneziane guidate da Francesco Bussone, detto il Carmagnola (1426).

"Duca Francesco ... Milano"

Caduta della repubblica Ambrosiana e entrata di Francesco Sforza in Milano (1450).

"questo medesimo ch'io ho scritto, l'ho detto et dirò in più luoghi"

Potrebbe trattarsi del trattatello scritto da Vespasiano sull'espugnazione di Otranto oppure della vita del duca di Calabria, che Vespasiano meditava di inserire all'interno della collezione di Vite, che già stava approntando.