31 - Vespasiano a Lorenzo de' Medici. Firenze, 26 novembre 1472
Clarissime atque eloquentissime Vir, post recommendationem premissam etc.
Per Giuliano vostro mi fu detto stamani della morte di Nicieno et per vostra parte che de' libri della Signioria sua non ne facessi nulla che voi ne fussi avisato. E libri sono volumi dieci, chome altra volta vi dissi, ne' quali sono tute l'opere di Sancto Augustino; de' quali dieci volumi per commissione della Signioria sua ne chonsegnai nove per vostra commissione a ser Nicholò; el decimo volume resta nelle mani mia, che s'ha a miniare e legare. El detto libro lo non lo darò a persona senza vostra saputa.
Vorrei che voi operassi in ognimodo che i detti libri non vi uscissino delle mani et che egli vi rimanessino, perché in Italia non è la più degnia cosa di questa. Hocci messo anni tre di tempo et ho durato grandissima faticha a conducergli, in modo che avendo a fargli rifare un'altra volta, sarebbe non solo difficile, ma inpossibile. Avendo voi questi dieci volumi, vi mancha solo De civitate Dei, che l'avete voi bellissimo. Di poi, quando vi capitasse a casa qualche intendente, per una cosa singulare non aresti da mostrare simile a questa. Siché usate in questo la solita diligentia che usate in tutte l'altre vostre chose, acciò ch'elle vi rimanghino.
Lorenzo, la singulare affectione ch'io ho sempre portato a tutta la Casa vostra mi fa pigliare sicurtà di ricordarvi quelle chose che ve n'abbi a risultare utile et honore. Quel sito di quella libreria ch'io ho ragionato altra volta colla Magnificentia Vostra, quanto più vi penso tanto più mi pare che sia opera degnia di voi, perché non biasimando ignuno de' vostri Passati questa ho speranza che non sarà niente inferiore a quelle. Anche userò dire questo: che gli è già lungo tempo che in Firenze non fu fatta la più degnia inventione di questa; et non ne ragiono con nessuno di questi che hanno qualche giudicio che non la lodino in infinito. Et èmi tanto piaciuta, che il Ducha di Chalavria e al Conte d'Urbino et al Signore Alexandro, che se ne dilettano assai, per mia lettere gli ho avisato di questa vostra deliberatione: i quali so che la loderanno assai.
Ripigliate questo ch'io vi scrivo da Vespasiano, il quale è non meno zelante d'ogni vostra riputatione et honore, che del mio proprio. Racomandomi a voi.
In Firenze, addì 26 di novembre 1472.
Vespasiano
[a tergo]
1472. Da Vespasiano [...].
<Clar>issimo atque Eloquen<tissim>o Viro Laurentio <de M>edicis maiori suo plu<rimum> honorando.