33 - Vespasiano a Leonardo di Giovanni Tolosani da Colle. Antella, 14 giugno 1479
Compare carisimo, il mondo è già non solamente vechio, ma decrepito, e ogni cosa tende al suo fine. Voi vedete dove le cose sono. No<n> vi ci è altro nisi bene agere et letari. Io vi conforto che voi facciate ogni cosa potete per conservarvi ala vostra famiglia, che n'ha bisogno.
Io ho una letera dal nostro Giovanni Batista, il quale si scusa a voi e racomandavisi che voi preg<h>iate Idio per lui, che lui istà cho la mente alienato per questi sua aversi casi. Fatelo, e il simile vi priega diciate a frate Batista lo facci fare a quegli sua frategli; e se v'è frate Nicholò, lo preg<h>iate lo facci lui e facilo farelo a que' novizi in chi lui ha grandisima fede. Fatelo che le sua virtù meritano ogni bene.
Vorei che ale volte mi scrivesi un verso e no<n> vi dimenticasi di chi non si dimenticha di voi. Ricordivi dele consolationi ispirituali abiamo aùte insieme e tornate ispeso a noi, e no<n> vi dimenticate di voi medesimo. Voglia l'onipotente Idio le cose abino buon fine, ch'io non ce lo so vedere: nescio an simus digni odio vel amore. Idio ci aiuti.
Ale volte non vi sia grave iscrivermi un verso, che sono qui in tera oblivionis. Questi contadini fanno dele loro. Qui preso a un miglio è morto un garzone di morbo e uno vechio usava a Sancta Maria Nuova ha fatto il medesimo. Sono dischosti a noi e le case istanno come stipate non lontano [?] dala capela a' boschi. Avisatemi quelo è di Bartolomeo e dov'è. A voi mi racomando.
A l'Antela, adì 14 di g<i>ugno 1479.
Vespasiano
[a tergo]
Compatri carisimo Ser Lionardo di Giovanni da Chole.