41 - Iacopo Ammannati Piccolomini a Vespasiano. Montegufoni, [1444-1448]
Iacobus Cardinalis Papiensis Vespasiano suo salutem.
Carissime frater et cetera. El Phedone di Platone che mi prestasti l'ho già tutto scripto et ricorretto, et manchami da scrivere: il perché, pigliando in voi la sicurtà usata, vi priegho charissimamente che adoperiate di farmi avere, se possibile è, il Gorgia overamente l'Epistole sue, o almancho el Thimeo, s'è traslatato cioè per messer Leonardo. Sarete cagione ch'io non perda tempo, peroché qua su mi dilecta non meno lo scrivere ch'el leggere, et parmi havere d'avanzo ogni cosa ch'io ci fo. Et quanto più presto me 'l manderete, tanto ve ne sarò più oblighato. E datelo, per meno vostra faticha, ad Andrea pettinatore, che sta in una casetta di Piero Acciaioli et che forse vi darà questa lettera, perché spesso ci viene a vedere. È giovane d'afidargli ogni cosa. Pregovi m'avisiate se chostà è alchuna cosa di nuovo, et quel che è seguito dello Studio, peroché tutto mi sarà aceptissimo. Manderè<i>vi de' becchafichi, se ce ne fussono.
Ma in questo anno se n'è veduti pochissimi, et maxiine qua su fra queste montagnuole dove el vento può assai. Harete pertanto patientia, come noi. Le proferte del venire a vederci son facte già più volte; el mettere ad executione sta hora a voi.
Salutate per mia parte Jacopo de' Rossi et Domenico di Carlo, et in primis il mio Ser Pellegrino. Et a Goro da Legnaia mi rachomandate quanto potete. Né altro per questa. Dominus tecum.
Ex Monte Ghufone, V idus Septembris.