38 - Vespasiano a Pierfilippo Pandolfini. [Antella], 24 dicembre 1489

Clarissime Vir etc. I'<ho> avuta vostra lettera. E prima a gl'uficiali del Monte: egl'hanno levato ognuno da g<i>uocho, per avergli rafermi per un anno ismembrati, perché i debiti vechi sono dati a gl'uficiali dele Vendite per fare loro lo stato cholmo e consolare questo popolo, che se n'è assai ralegrato, veduto essere venuti dove se n'è. La pititione si vinse, tirata a vericello. Ricordaretevi chol tempo d'una lettera vi scrissi sendo in villa, che letta l'avesti la gitasti in sul fuocho. È certo di Salamone che dite: ullum violentum duraturum su<b> sole.

A quegli vestono di monachino: sono suti condannati in fiorini cento per uno, e massime uno filosafo, che tuta questa terra se n'è maraviglata, Ruberto Salviati, Bartolo Corsi, Antonio di Carlo da G<h>iaceto, Ser Andrea Mini e più altri, i quali no<n> me n'e ricordo. Questi bastino. A la lista de' libri di Sancto Anbruogio: altra volta l'ebbi, non è molto tempo. I libri vi sono, bene che sia stata in comenda.

E ci sono infinite cose da scrivere, le quali per la brevità del tempo no<n> le scrivo. Per altra iscriverrò più apieno. Racomandomi a voi.

Adì 24 di dicembre 1489.

Vespasiano

[a tergo]

Clarissimo Viro Pierfilippo Pandolfini Oratori Florentino etc.

Lettera 38

Autografo.

Pierfilippo Pandolfini

"La vita di Pierflippo trascorse in continue ambascerie, tanto che fu chiamato "L'Ambasciatore" per antonomasia. Nel 1489 si trovava ambasciatore a Roma presso papa Innocenzo VIII, per pregarlo di sospendere le censure ecclesiastiche contro il re di Napoli in seguito all'eccidio dei baroni" (Cagni, Vespasiano, p. 171, n. 1).

"nullum violentum duraturum su<b> sole"

L'espressione ricorda un passo dell'Ecclesiaste, attribuito a Salomone, ("nil sub sole novi"), contaminati dai Proverbi ("il venire alla luce degli atti malvagi").

"A la lista de' libri ... in comenda"

Vespasiano afferma di aver visto in Sant'Ambrogio, chiesa di Firenze, una lista di libri e di averne verificato la presenza, sempre che vi sia stata una corretta amministrazione ("commenda") dei beni.

Sicuramente Vespasiano contribuì alla formazione della biblioteca del Pandolfini, che contava un numero consistente di volumi: il lascito dei beni mobili e immobili del Pandolini è contenuto nel cod. ASF, Notarile Antecosimiano, G. 429 [1496-1497], che, ai ff. 276v-278v, riporta l'elenco dei libri. Sull'inventario dei beni lasciati alla morte da Pierfilippo (fra cui l'elenco dei libri) cfr. Verde, Nota d'archivio, pp. 307-324 e Alvisi.