Povero Catullo, non fare più lo stupido!
Lo vedi,
che
tutto è finito;
concludi,
che
è perduto!
Rifulsero un tempo a te candidi soli,
quando tu frequentavi i dolci luoghi,
dove lei ti portava,
amata
amata quanto non sarà nessuna.
Che amori e giochi deliziosi, allora,
si compivan tra voi. Tu li volevi,
né lei li rifiutava. Veramente,
allora, rifulsero a te candidi soli!
Ora, lei non
vuole più;
e
e tu, che non puoi, non
volerlo.
E non affannarti a cercare
ciò che lei fugge;
non vivere miseramente;
ma, con mente ostinata sopporta, e tieni duro.
Addio, dunque, fanciulla;
ormai Catullo è deciso, e non ti cercherà,
né te vorrà te nolente e infastidita.
Tu ti dorrai, se non sarai cercata?
Deserta rischi di avere la vita?
Chi, oggi, viene da te?
A chi appari bella?
Chi, ora, ami; di chi dici di essere?
Chi bacerai? A chi morderai le labbra?
Ma tu, Catullo, piegati
ubbidisci al destino e tieni duro.
traduttore Paolo Bufalini