Catullo, Poesie
VIII
Non far lo sciocco, povero Catullo;
ormai tutto è perduto
finito, lascia perdere.
Rifulsero già a te splendidi soli,
quando accorrevi dove lei ti chiamava.
amata quanto non sarà nessuna.
Lì quanti giochi
vi
facevate allora,
che tu volevi e lei non rifiutava.
Veramente rifulsero per te splendidi
splendidi giorni. Ora lei non vuol più
Anche tu non volerlo. Né inseguire
chi fugge, né viver miseramente;
ma ostinato sopporta e tieni duro.
Addio, ragazza! Ché Catullo ormai
tien duro. Non ti cercherà;
non ti pregherà te
sprezzante
né vorrai te nolente e infastidita.
Tu, ti dorrai se non sarai cercata?
Deserta temi di avere la vita?
Chi oggi viene da te?
Per chi sei bella?
Chi ora ami, di chi dici di essere?
Chi baci, a chi mordi le labbra?
Ma tu, Catullo, ubbidisci al destino
e tieni duro.
traduttore Paolo Bufalini