1.
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Io non ebbi da Galba, da Ottone, da Vitellio, né favori
né ingiurie.
La mia carriera politica ha avuto inizio con Vespasiano,
si è svolta con Tito, ha raggiunto il suo vertice (né io lo nego)
con Domiziano: ma chi professa incorrotta fedeltà al vero, di
ognuno deve parlare senza amore e senza odio.
Alla mia vecchiaia riservo, se la vita mi basterà, la storia
del principato del divo Nerva e di Traiano: più ricco tema
e meno pericoloso a trattarsi per la singolare felicità del tempo
presente, in cui è dato pensare come piace e dire ciò che si pensa.
2. Io affronto una storia densa di vicende, terribile per bat
taglie, torbida di sedizioni, tragica anche nella pace.
Quattro principi spenti col ferro, tre guerre civili, molte
esterne, il più delle volte concorrenti le une con le altre.
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3. E tuttavia non a tal segno infeconda di virtù quell'età,
da non produrre anche nobili esempi. Madri accompa
gnanti i figli fuggitivi, mogli che seguivano i mariti
in esilio, ardimento di congiunti, fermezza di generi,
schiavi d'incrollabili fedeltà pur sotto la tortura;
le più dure prove, fino all'estremo supplizio, tollerrate
con fermezza
fortezza d'animo da personaggi illustri, sì da
pareggiare la morte alle più celebrate dell'antichità.