Tu, che nel fiore degli anni al tuo signor
rapito fosti, Alcimo, e sulla via
labicana ora d'erba leggera
un velo copre, da me non avrai
un traballante masso di pario,
fatica, per poca cenere, vana
e col seme della tua distruzione, ma
ma bossi spezzati, larghe ombre di pampini
e l'erba che fa verde la rugiada
delle mie lacrime, fanciullo caro,
per testimoni del mio dolore:
questo tributo non avrà mai fine.
Quando sarà Lachesis al punto
estremo della mia vita giunta,
così anche le ceneri mie posino.
Il quaderno di Paolo Bufalini pag. 63
traduttore Guido Ceronetti