III
A voi, padre mio Frontone e madre mia Faccilla,
affido questa mia bimba, delizia e baci miei,
perchè la piccola Erotion non si spaventi,
giù nel Tartaro, per le nere ombre
e lo strano latrato del cane.
Avrebbe ella appena compiuto
il suo sesto gelido, inverno,
solo altri sei giorni
fosse vissuta.
Adesso, sotto il vigile sguardo di voi,
saggi vecchi, liberissima potrà giocare
ella giocare,
e, con la sua lingua blesa, cinguettare
ancora il mio nome. Non zolle dure
ricoprano le sue tenere ossa. A lei,
o terra, non sarai pesante: non lo fu ella con
a te.
Il quaderno di Paolo Bufalini pag. 53
traduttore Paolo Bufalini