Giuseppe e i suoi fratelli, Introduzione, Bruno Arzeni

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La vecchiezza è l'età degli orizzonti e delle solenni malinconie, mentre la giovinezza è attratta nel cerchio della propria orgogliosa individualità.

Giusti possono essere i vecchi, non i giovani.

Se il mito è la forma in cui si riversano le singole vite, esso evidentemente si identifica con il carattere. Ciascuno recita una parte nella vita che è lo sviluppo del proprio carattere, e la recita bene, perché appunto la conosce da sempre.

Di solito però gli uomini non hanno coscienza di questo loro impersonare il mito, solo talvolta hanno misteriose improvvise intuizioni di cui sbigottiscono perché sono rivelazioni del divino.

.... È frequente negli eroi del nostro romanzo la frase: "egli sapeva su quali orme camminava", sapeva quale era la sua parte. Questa identità che abolisce passato e presente è la verità più alta, il mistero dei misteri.

Il quaderno di Paolo Bufalini pag. 110

estratto da Giuseppe e i suoi fratelli

autore Bruno Arzeni