Tacita un giorno a non so qual pendice
Salia d'un fabbro nazzaren la sposa;
salia non vista alla magion felice
D'una pregnante annosa;
E detto salve a lei, che in reverenti
accoglienza onorò l'inaspettata,
Dio lodando esclamò: tutte le genti
Mi chiameran beata.
Deh! con scherno udito avria i lontani
Presagi allor l'età superba! Oh tardo
Nostro consiglio! Oh degli intenti umani
Antiveder bugiardo!
Noi testimoni che alla tua parola
Obbediente l'avvenir rispose,
Noi serbati all'amor, nati alla scola
Delle celesti cose,
Noi sappiamo, o Maria, ch'Ei solo attenne
L'alta promessa che da Te s'udia,-
Ei che in cor la ti pose; a noi solenne
E' il nome tuo, Maria.
A noi Madre di Dio quel nome suona:
Salve, beata: che s'agguagli ad esso
Qual fu mai nome di mortal persona
O che gli venga appresso.
Salve beata: in quale età scortese
Quel sì caro a ridir nome si tacque?
In qual dal padre il figlio non l'apprese?
Quai monti mai, quali acque
Non l'udiro invocar? La terra antica
non porta sola i templi tuoi, ma quella
che il Genovese divinò, nutrica
i tuoi cultori anch'ella.
in che lande selvagge, oltre quai mari
Di sì barbaro nome fior si coglie,
Che non conosca dei tuoi miti altari
Le benedette soglie?
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Il quaderno di Paolo Bufalini pag. 10
autore Alessandro Manzoni